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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

Il Governatore incontra l'Antimafia

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Il clima comincia a farsi rovente. Raffaele Lombardo, presidente della regione Sicilia, sarà atteso giorno 9 giugno presso la Commissione parlamentare antimafia presieduta dal senatore Beppe Pisanu. La decisione di questo incontro era stata decisa proprio dal presidente della Commissione parlamentare antimafia in seguito alle denunce di Raffaele Lombardo, il 13 aprile, nella sede dell’Assemblea regionale siciliana. L’incontro riguarderà principalmente i rapporti mafia-politica all’interno del contesto isolano con particolare riferimento all’inserimento delle cosche locali nella questione dello smaltimento dei rifiuti. In un periodo come questo, in cui la situazione dell’immondizia del capoluogo siciliano non può più attendere, diviene necessario capire le linee guida per offrire una risoluzione definitiva al problema. La presidenza della Regione siciliana, con una breve nota, afferma quanto segue: "Nel corso dell'audizione Lombardo potrà fornire ogni elemento per approfondire

Questione rifiuti in Sicilia: scende in campo il ministro Prestigiacomo

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Il “caso Napoli” è di nuovo alle porte. Stavolta ad essere coinvolta in questo brutto pasticciaccio di gaddiana memoria, non è il capoluogo partenopeo ma quello siciliano. La situazione rifiuti, come spesso evidenziata negli ultimi mesi è al tracollo e secondo una previsione degli addetti ai lavori le discariche potranno contenere rifiuti per un altro anno massimo di vita. Si dibatte quindi sulla questione termovalorizzatori, e proprio su questo spinoso argomento, Silvio Berlusconi rilancia il ministro Prestigiacomo nell’occuparsi della vicenda palermitana che ben presto, se non si provvederà, assumerà connotati partenopei. Afferma il ministro dell’Ambiente: ''bisogna dare vita immediatamente a un piano alternativo. Con meno impianti o piu' piccoli, rispetto alla previsione del 2002. Noi siamo pronti ad aiutare il governo regionale. E disponibili ad assumere la responsabilita' commissariale, che garantisce tempi piu' veloci per decidere e gestire le nuove gare”. Il

Pierferdinando Casini e l’ansia da governo tecnico

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Rientra nel “democristianese” puro la voglia manifestata dal leader dell’Udc Casini- nel programma di Lucia Annunziata, “In mezz’ora”-  di assemblare un governo tecnico in grado di affrontare le riforme di cui necessita il nostro Paese. Qualcuno, tra i colleghi del casinista, dovrebbe ricordare a costui come un governo democraticamente eletto come quello del centrodestra, forte di una robusta maggioranza parlamentare, non ha affatto bisogno del governo tecnico “all’italiana” per riuscire a portare avanti dei progetti di riforme economiche, sociali e politiche per le quali se ne parla già dall’alba della seconda Repubblica. I precedenti,  non sono molto edificanti per ciò che concerne l’idea di governo tecnico nel nostro Paese, ossia, un esecutivo che nella maggioranza dei casi è gradito al presidente della Repubblica, tendente a sinistra e inutile ai fini di una corretta programmazione riformistica. Tutti ricorderanno di certo, come, nel lontano 1995, sulle ceneri del primo governo Ber

Moralismi alla D'Alema

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La lite scatenatasi all’interno degli studi del programma “Ballarò” condotto da Floris tra Massimo D’Alema e Alessandro Sallusti, con tanto di insulti del primo nei confronti del secondo, come si temeva è caduta nel silenzio più assoluto tipico della cultura progressista. Come recitava una pubblicità di una nota carta di credito, molte emozioni e sensazioni che prova l’uomo “non hanno prezzo”, un po come quando si vede Massimo D’Alema, ex presidente del Consiglio, presunto comunista e attuale presidente del Copasir, tentare di fare la morale alla politica italiana e in questo caso a un attuale ministro della maggioranza e al suo leader. In uno di questi momenti di ispirazione moralistica del leader Massimo della sinistra italiana, Alessandro Sallusti, condirettore del “Giornale”, ha replicato alle accuse del presidente del Copasir in merito al caso Scajola, ricordando come costui nei primi anni ’90 fu uno degli indagati per ciò che riguardava l’”Affittopoli” italiana scoppiata   in s